Questione di stile (parte 1)

Sottotitolo: “Perché anche l’occhio vuole la sua parte”.

Dopo tanti articoli che parlano dell’attualità hockeistica, descrivono momenti particolari e raccontano aneddoti (con qualche riflessione extra-hockey qua e là), voglio affrontare un discorso più puramente estetico. A parte un breve accenno parlando di Harold Ballard e la sua bislacca teoria sui nomi sulla schiena dei giocatori, non ho mai parlato di divise. O meglio, l’avevo fatto nel mio vecchio blog, descrivendo alcune delle peggiori mai indossate dalle squadre NHL, ma mi rendo conto che l’elenco è decisamente incompleto. Magari lo riprenderò in futuro e lo aggiornerò, ma non è questo il frangente. Invece, voglio prendere in esame le 30 squadre NHL e dare un mio personalissimo giudizio su quello che attualmente indossano.

Mi piace andare a vedere la storia delle divise delle squadre NHL, presenti e passate, e mi piace anche immaginare quello che potrebbero indossare, o che secondo me starebbe meglio, o che per preferenza personale mi piacerebbe che utilizzassero. Non sono arrivato ancora al punto di disegnare alcuni miei “concept”, perché non ho molta creatività e con i programmi di grafica sono un’autentica verza, ma se fossi in grado, probabilmente farei un tentativo.
Durante gli anni ’90 al tempo avevo apprezzato il trend di cambiamento, di modernizzazione che aveva pervaso un po’ tutte le squadre, dando origine a disegni interessanti ma anche a grandissime pacchianerie. La creatività di quel periodo, poi, era ai massimi livelli, e ha prodotto quella serie di terze divise bizzarre a cui gli appassionati si riferiscono come “crazy alternates of the 90’s”. Si sa, avevo attraversato un periodo in cui tutto il postmoderno futuristico aveva un certo appeal. Ora, da fan delle divise “throwback” (ossia quelle che riproducono alcune uniformi del passato) mi guardo indietro e non mi riconosco più. Oltretutto, certi cambiamenti di stile e/o di colori adottati da alcune squadre mi sembrano quasi un insulto.

Cominciamo quindi questa rassegna, che per ovvi motivi sarà divisa in più parti (probabilmente sei). Ogni squadra verrà valutata per quello che attualmente indossa, per la sua storia, e le verrà dato un personale suggerimento.
Una doverosa premessa: quando parlo di “spalle” intendo quella parte della divisa ai lati del collo, fino all’attaccatura delle braccia, che talvolta è colorata in maniera diversa rispetto al resto del corpo. In inglese si chiama “shoulder yoke”, termine tecnico abbastanza intraducibile, dal momento che letteralmente “yoke” sarebbe il “giogo”. E dopo una doverosa menzione al sito da cui prenderò tutte le immagini, ossia NHLUniforms.com, partiamo quindi con il primo blocco di squadre, andando in rigoroso ordine alfabetico.

ANAHEIM DUCKS (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: la combinazione di colori è senz’altro originale e nessun’altra squadra la utilizza. Non è neanche male, in fin dei conti, e ha del potenziale, anche se l’oro sembra di troppo. Il disegno però è piuttosto ardito, forse “troppo” originale. Il logo è abbastanza piatto, poco espressivo, e inoltre trovo brutto anche il font utilizzato: se può essere passabile per i nomi, per i numeri invece non rende per niente (troppo largo e squadrato). La nota positiva è il disegno relativamente semplice, che al di là delle striature sull’addome e sugli avambracci, non presenta ulteriori elementi che potrebbero “intasare” troppo la divisa. Non mi convince neanche la terza (ma qui si scade sempre nel gusto personale) nonostante abbia molti più punti positivi delle prime due: maggior rilevanza all’arancione, che relega l’oro a un ruolo marginale; utilizzo della sola “D” palmata come stemma, più adatta al ruolo rispetto al “wordmark” intero; utilizzo del vecchio logo dell’era Disney, seppur ricolorato in arancione, come abbellimento sulle spalle.
Storia: la divisa storica dei Ducks (allora denominati “Mighty Ducks”) degli anni di presidenza Disney è tra quelle più “iconiche” della storia recente. La decisione di dismetterla, comprensibile da un punto di vista aziendale (è stata cambiata con l’acquisizione da parte dei nuovi proprietari), ha fatto arrabbiare in massa i tifosi e non trova d’accordo neanche me. Nella loro storia i Ducks hanno sfoderato anche un vero obbrobrio, ossia la cosiddetta “Wild Wing” (dal nome della mascotte ivi raffigurata), la “alternate” della stagione 1995-96: fumettosa all’estremo e inadatta a una lega professionistica maggiore. Anche le altre terze mi sono sembrate abbastanza piatte (quelle di fine anni ’90) o fuori posto (quella del periodo 2003-06). Quest’ultima, però, aveva un layout molto lineare ed apprezzabile, anche se il wordmark in corsivo è più adatto a una squadra di baseball o al limite di basket.
Miglior divisa: senza dubbio quella tradizionale, un perfetto mix di innovazione (le strisce diagonali, i colori definiti “giada” e “melanzana” (sic!)) e tradizione (il font utilizzato), combinato con un logo azzeccatissimo e che ha fatto storia. Preferisco la seconda versione (1996-2006), che rispetto a quella originale aveva anche un logo sulle spalle che la completava.
Mia proposta: ammettiamo quindi (a malincuore) di distaccarci dalle divise Disney. Per la divisa scura riciclerei il layout della terza nera e viola (2003-2006), con l’arancione al posto del viola, l’oro al posto dell’argento e la D palmata come stemma. Per quella chiara, lascerei comunque la striscia grande arancione, con quelle piccole oro (interna) e nero (esterna): il bianco con la striscia nera è troppo simile al layout dei Los Angeles Kings, mentre il bianco con la striscia arancione, pur ricordando i Flyers, se ne distacca per il layout decisamente diverso. Numeri e nomi bianchi sulla maglia nera e viceversa. Contorno arancione per i numeri, nessuno per i nomi.

BOSTON BRUINS (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: l’attuale divisa dei Bruins è piuttosto in linea con la loro storia degli ultimi 50 anni circa. Il disegno è decisamente promosso, nel complesso: classico ma contemporaneo. La divisa, però, mi sembra un po’ troppo “intasata”, soprattutto sulla schiena. Ciascuno degli elementi, infatti, occupa un po’ troppo spazio di quello che dovrebbe avere: lo “shoulder yoke” è più ampio di quello standard e ha un contorno ulteriore; i nomi sono a tre colori (il che presenta qualche problema di leggibilità sulla divisa scura), con un font “serif” e troppo grandi. La combinazione di colori invece è ormai collaudata e funziona.
Storia: possiamo vedere come le variazioni effettuate negli ultimi 50 anni non abbiano apportato cambiamenti tanto stravolgenti. I più significativi sono rappresentati dal ritorno delle spalle colorate negli anni ’90 e dall’arricchimento progressivo del logo, prima con i contorni alla B e quindi con le “grazie”, sempre alla B. Quest’ultima cosa era evitabile: si è andati ad alterare un logo ormai storico e immutato praticamente dagli anni ’50. Peccato che anche i Bruins si siano lasciati prendere dalla smania creativa degli anni ’90 e abbiano sfoderato quella “alternate” gialla, denominata “Winnie the Pooh”, abbastanza discutibile, soprattutto per lo stemma con una testa d’orso dall’aria un po’ troppo pacioccona. E hanno anche avuto il coraggio di utilizzarla per ben 11 anni, ma poi per fortuna sono rinsaviti.
Miglior divisa: difficile scegliere, perché ce ne sono molte che meritano: quella di fine anni ’60, quella degli anni ’80, la terza del 2006-07. Al di là di Winnie the Pooh, difficilmente i Bruins ne hanno sbagliata una.
Mia proposta: è facile indovinare dove voglia andare a parare: io sarei per un recupero pari pari della divisa anni ’80. Il colore sulle spalle non mi sembra indispensabile e si può tralasciare, lo stemma sul davanti è quello storico e il font è decisamente più leggibile. Certo, anche in questo caso i nomi sono relativamente grandi, ma mancando il colore sulle spalle il dorso è riempito nella giusta misura.

BUFFALO SABRES (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: positivo e decisamente promosso. Si tratta in pratica di un ammodernamento del look storico mantenuto nei primi 25 anni di vita, e finché si tratta di “ammodernamento” e non di “stravolgimento” lo posso anche accettare. Il logo è molto bello, quasi di stampo militare (dove per “militare” intendo le cosiddette “giacche azzurre” di fine Ottocento) e richiama perfettamente il nome. Ci sono elementi che mi sembrano un po’ di troppo, come il numero sul petto (dal sapore molto cestistico), ma nel complesso il disegno è promosso.
Storia: la storia dei Sabres è piena di orrori da dimenticare. L’abbandono inspegabile dei colori gialloblù nel 1996 è stato una bella stilettata al cuore per i tifosi, così come l’adozione del logo con la testa di bufalo e un template che ne ricordava le corna. In fin dei conti si chiamano Sabres, non Buffaloes o Bisons, quindi le sciabole dovevano rimanere. In effetti, la alternate rossa 2000-06 aveva un disegno nel complesso bello, solo con i colori “sbagliati”. Il ritorno al gialloblù è stato cosa buona, ma il template adottato (molto inusuale e “complesso”) e soprattutto il logo con il bufalo senza gambe (paragonato da tutti a un verme e chiamato quindi “Buffa-slug”) hanno generato un ulteriore obbrobrio. Per fortuna che la dirigenza ha fatto finalmente la cosa giusta…
Divisa migliore: non c’è storia, e non solo per un nostalgico ottantiano come me: tutto il mondo dell’hockey è concorde nell’eleggere come migliore la divisa storica (1983-96). Obiettivamente, preferite forse quella cosa con le strisce a forma di corna o il bufaloverme?
Mia proposta: pochi suggerimenti per una divisa che, essendo come detto un ammodernamento di un classico, può rimanere nel complesso così com’è. Io preferisco lo storico royal blue all’attuale navy blue, ma anche il navy ci sta. Le uniche variazioni consisterebbero nel rimuovere gli elementi di troppo: le righine verticali bianche sul davanti, le chiazze grigie sotto le ascelle (cosa c’entrano?) e il numero sul petto. Come terza, proverei ad azzardare un minimo, anche sull’onda dei recenti rumors che parlano di una alternate gialla per l’anno a venire: prenderei la divisa rossa 2000-06, stemma compreso, e cambierei i colori: base gialla, striscia grande navy, striscia piccola bianca, rimozione della parte grigia (che diventerebbe gialla a sua volta) e della scritta “BUFFALO”; fondo del logo navy, le sciabole restano bianche. Come font, per variare, si può prendere quello che usavano i Minnesota North Stars (@) senza l’ombreggiatura, oppure uno un po’ più arrotondato come quello attuale dei Senators (@), che forse si addice di più a una divisa dal taglio un po’ più moderno; numeri e nomi navy, contorno sui numeri bianco.

CALGARY FLAMES (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: qua cominciano le note dolenti. C’è sicuramente di peggio in NHL, ma il look dei Flames è parecchio rivedibile. Il template forse pecca di eccessiva originalità, con la parte sui fianchi che sembra completamente slegata dal resto. Il nero ha troppa rilevanza nel complesso, e soprattutto trovo assurdo che una squadra che si chiama “Flames” utilizzi il nero come colore del proprio stemma, colore che non dà affatto l’idea di “fiamma” ma piuttosto di “carbonizzato” (lo stemma andrebbe in rosso, o giallo, o bianco, o sfumature intermedie). Il font non mi piace molto, ma è originale e passabile. Parimenti originale è la scelta di mettere sulle spalle le bandiere del Canada e dell’Alberta, provincia in cui è situata Calgary.
Storia: la pazzia degli anni ’90 non ha risparmiato i Flames, che prima hanno abbandonato il loro disegno storico (identico a quello usato nel precedente periodo ad Atlanta) per un template più creativo e mai più visto in NHL (quelle strisce che partono dall’anca sembrano veramente un corpo estraneo, un intruso) per poi “carbonizzare”, per l’appunto, le loro divise e introdurre uno stemma con un cavallo infuriato che non c’entra proprio niente (un richiamo ai “cavalli vapore”? Mah…). Tutte pessime scelte, tra le quali spicca però il layout utilizzato tra 2000 e 2007, che invece è originale nel senso positivo, al di là dei colori già criticati in precedenza. Perché si sa che i tifosi di hockey sono molto tradizionalisti, quindi va bene essere creativi, ma occhio a non esagerare. Inutile dire quindi che il richiamo della divisa storica come terza negli ultimi anni non ha incontrato che pareri positivi.
Miglior divisa: dopo tutti questi discorsi, la scelta della migliore non può che ricadere su quella storica, 1980-94. Un po’ come trovarsi davanti sei prodotti uguali, di cui uno solo di marca pregiata e gli altri di marche scadenti.
Mia proposta: ovviamente io sarei per il recupero del layout classico, però nella versione impiegata attualmente (che ha le tre strisce sulla pancia di uguale dimensione). Scurirei leggermente i colori sulla divisa rossa, mentre su quella bianca lascerei perdere lo shoulder yoke, che non è indispensabile, e renderei anche qua le strisce sulla pancia di uguale dimensione. Una proposta alternativa potrebbe consistere nel recupero del layout 2000-07, mantenendo intatta la divisa bianca ed eliminando il più possibile il nero da quella rossa: rendendo quindi bianche le parti sui polsi, sulla pancia, lo stemma e i numeri, lasciandolo solo sulla piccola striscia intermedia e come contorno sui nomi. Il font può essere mantenuto; al momento non mi viene in mente una scelta migliore…forse quello degli attuali Jets (@).

CAROLINA HURRICANES (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: a giugno gli Hurricanes hanno introdotto un disegno nuovo di zecca, che rappresenta il primo cambiamento da quando giocano nel North Carolina. Devo dire che nel complesso non mi sembra male, è molto classico, però secondo me rappresenta un passo indietro rispetto a quanto indossavano prima. Non mi piace tanto la discordanza tra quella chiara e quella scura, che in generale è qualcosa che ci può stare, ma deve avere un senso (lo vedremo analizzando la storia dei Devils): in questo caso il senso non lo trovo, sembrano veramente pensate separatamente. Il logo è stato rimpicciolito ed è posizionato troppo in alto. Il font va bene per i nomi, mentre per i numeri mi sembra troppo stretto. Mi piace però la scelta di allungare sulla schiena lo shoulder yoke fino a contenere anche il nome, cosa finora mai vista nell’epoca del brand RBK-EDGE (dal 2007 in qua).
Storia: gli Hurricanes non hanno una lunghissima storia: come tali esistono dal 1997. In passato hanno avuto un solo disegno, che ha subito due piccolissime variazioni (il contorno sui nomi nel 2000 e quello sulle spalle nel 2007). D’altronde il disegno funzionava e aveva una grande presa sul pubblico. Si può discutere sul logo, che molti prendono in giro paragonandolo a quando si tira lo sciacquone del water, ma a me tutto sommato non dispiace.
Divisa migliore: la scelta si riduce a “vecchio vs nuovo”, e anche in questo caso vince il vecchio. Il layout era sì originale, ma assemblava elementi moderni in qualcosa di abbastanza tradizionale. La striscia costruita con i quadratini della “bandiera dell’uragano” (@) era iconica e il suo abbandono è stato mal digerito dai fan. In generale, conferiva un’identità inconfondibile alla squadra.
Mia proposta: poco da dire: cestinare questo tentativo di innovazione e recuperare quanto avevano prima. Eliminerei però il contorno sulle spalle, che secondo me non è necessario.

Con gli Hurricanes concludiamo la rassegna del primo blocco di squadre. Probabilmente tratterò cinque-sei squadre alla volta, per non risultare troppo pesante. Intanto spero che la mia trattazione vi sia piaciuta e che sia riuscito a rendere bene con le parole le “fotografie mentali” di quello che mi piacerebbe vedere indossato dalle varie squadre. Se diventassi solo un po’ più pratico con la grafica…

Un pensiero riguardo “Questione di stile (parte 1)

  1. OK Boston bianca e Buffalo; attendo le prossime e alla fine eleggeremo la migliore.
    Complimenti per la scrittura sempre molto curata anche con un argomento….”coraggioso”!

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