Questione di stile (parte 5)

Sabato scorso è ufficialmente cominciata la pre-season NHL, con le prime tre partite. E ciò significa che la regular season è ormai in vista, quindi non perderò troppo tempo in preamboli (anche perché dallo scorso post non è che sia successo chissà che, in NHL, incontri di pre-season a parte) e vedrò di chiudere questa rassegna abbastanza rapidamente, ma impegnandomi a trattare ogni squadra in maniera esauriente, com’è stato per le prime quattro parti.
Prima di cominciare, però, non posso non menzionare quello che ormai sta diventando quasi uno “sponsor” di questo speciale, vale a dire NHLUniforms.com. Davvero, l’analogia con i telequiz anni ’80 e ’90 mi è subito saltata alla mente. Anyway, ecco le prossime cinque squadre.

PHILADELPHIA FLYERS (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: davvero niente male: un ulteriore caso di classico ammodernato. L’ispirazione è il look degli anni ’70, periodo in cui i giocatori dei Flyers erano definiti “Broad Street Bullies” per il loro gioco ruvido e in cui hanno vinto due Coppe consecutive (1974-75). La differenza principale è il nome in reverse, cosa piuttosto particolare e non comune. L’arancio, poi, è di una tonalità più chiara. Nel complesso si tratta di un look molto “ordinato” e senza dubbio non banale: anche le strisce lungo le braccia sono uniche.
Storia: i Flyers sono stati i primi a introdurre l’arancio nelle divise NHL. Dagli inizi fino al passaggio del millennio il layout è sempre stato variato di poco alla volta, e sempre in maniera sensata, mentre il logo non è mai stato toccato. Poi sono cominciati gli “esperimenti”, con la ricolorazione in nero della divisa scura e l’introduzione di una alternate di ispirazione futuristica. Il template RBK-EDGE scelto nel 2007 non era un granché e difatti non è mai stato tanto apprezzato dalla tifoseria. Visto il periodo preso a ispirazione per il look attuale, direi che sotto tutti i punti di vista si tratta di una giusta scelta.
Miglior divisa: si sa che in generale sono molto affezionato al look degli anni ’80, che nel caso dei Flyers è anche quello dei ’90 e non è neanche male; indubbiamente, però, la divisa attuale vince sotto tutti i punti di vista: decisamente la migliore.
Mia proposta: il set standard non va assolutamente toccato: perfetto così. Al limite si potrebbe pensare a una alternate nera con lo stesso layout, com’è stato nei tardi ’90. In pratica si tratterebbe di scambiare il nero e il bianco sulla divisa bianca, mantenendo l’arancione dov’è ora. Ma non è indispensabile, si può anche fare senza.

PHOENIX COYOTES (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: non saprei come giudicarlo. Nel complesso mi piace l’estrema semplicità dell’uso di soli due colori (tre se si conta il color sabbia presente nello stemma/logo), ma c’è qualcosa che non mi convince. Ad esempio, la forte differenza di stile tra il font dei nomi, di tipo “Serif” ed elegante, e quello dei numeri, piatto e simile all’Impact usatissimo nei cosiddetti memes. Anche l’assenza di strisce sulla pancia non mi piace. E per di più mi sento di bocciare pure la alternate, che ha uno stemma interessante ma un layout troppo azzardato. E dire che basterebbe poco per cambiare decisamente in meglio…
Storia: i Coyotes, al loro trasferimento da Winnipeg avvenuto nel 1996, hanno adottato un look che definire “ardito” è dir poco. La combinazione di colori era un qualcosa di mai visto prima e, fortunatamente, mai più visto neanche in seguito (nero, verde e terra di Siena? Per favore…). Il disegno nel complesso mi ha sempre ricordato un totem azteco, per l’aspetto dello stemma e per la greca presente nelle strisce. E per rincarare la dose non mi è mai piaciuto neanche il font. Orribile anche la alternate verde con un paesaggio desertico di sfondo, rappresentante al “meglio” (ma vedremo anche di peggio) dell’ondata di “crazy alternates of the 90’s”. Il 2003 invece ha portato una ventata di semplificazione, per fortuna: è stato introdotto quello che è in pratica il layout attuale, quasi immutato rispetto ad allora, unitamente a un nuovo logo più bello. Dopo sette anni di scempio, ci voleva.
Miglior divisa: è fin troppo facile premiare uno dei set post-2003. La versione migliore per me è la prima (2003-07), più completa rispetto a quella attuale grazie alle strisce sulla pancia.
Mia proposta: qua il discorso si fa più complesso e si possono perseguire due strade. La prima prevederebbe un semplice aggiustamento del set attuale riportandolo a quello del 2003, cambiando il font dei numeri in qualcosa di più aggraziato in stile Ottawa Senators. Lo shoulder yoke sulla divisa bianca può rimanere come può sparire, questione di gusti (io lo toglierei). Inoltre si può sistemare anche la alternate utilizzando un template simile a quello della “Lady Liberty” dei Rangers, che poi non sarebbe tanto diverso da quello della divisa nera, se togliamo i side panels. La seconda soluzione partirebbe dal layout delle origini, del quale verrebbe mantenuta la striatura in diagonale sulle braccia (utilizzando però un motivo classico al posto della greca) e lo shoulder yoke puntuto. Il font di numeri e nomi sarebbe anch’esso uno di quelli classici, mentre per quanto riguarda i colori andrei con bianco, bordeaux e nero; però in generale dovrei pensare bene come disporre gli elementi. Strisce diagonali e shoulder yoke puntuti sono elementi interessanti che varrebbe la pena sfruttare e che ritorneranno in gioco esaminando la prossima squadra.

PITTSBURGH PENGUINS (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: mi spiace, ma non ci siamo: Il template è uguale identico a quello dei Senators (con l’aggiunta dei side panels completi), che abbiamo già visto essere parecchio discutibile, e quindi non mi dilungo più di tanto. Gli altri elementi però sono comunque apprezzabili, anche se preferivo alcune versioni precedenti: stemma, combinazione di colori, font. La alternate, usata per la prima volta al Winter Classic 2011, mi piace molto. E’ praticamente la divisa del primo anno, con le due tonalità di blu scambiate tra loro e con il logo del secondo anno. Sembra però che porti un po’ sfortuna, quantomeno a Sidney Crosby: con questa divisa si è infortunato due volte, di cui una in maniera piuttosto seria.
Storia: i Penguins hanno cambiato radicalmente layout e colori nel corso della loro storia ma, come vedremo, non sono la squadra che ha operato i maggiori cambiamenti. Il “doppio blu” è stato il colore principale fino al 1979, anno in cui i Penguins decisero di passare al giallonero uniformandosi agli Steelers (NFL) e ai Pirates (MLB), squadre ambedue fresche di vittoria nel proprio campionato. Al contrario di quasi tutte le squadre, i Penguins hanno operato parecchi cambiamenti nel periodo ’70-’80, stabilizzandosi solo in seguito. Il logo 1993-2002 è definito “Robo-Penguin”, per il suo aspetto vagamente “meccanico”. Nel 2003 ecco il definitivo abbandono del giallo per il cosiddetto “Vegas gold”, con la formazione dello schema di colori che persiste ancora oggi, e il recupero del logo storico aggiornato nei colori. Il layout di quel periodo era decisamente interessante e particolare, così come quello del periodo Robo-Penguin. Peccato poi che il passaggio al sistema RBK-EDGE abbia rovinato tutto. Da notare che anche la alternate azzurra (esatta riproduzione di quella del periodo 1968-71) è stata mutuata dal Winter Classic, in questo caso quello del 2008.
Miglior divisa: i Penguins rappresentano un rarissimo caso in cui, per gusti personali, le divise dei ’90 stracciano quelle degli ’80. Non ho assolutamente dubbi nel proclamare (e di gran lunga) come migliore il set 1995-97, così com’è, con le stesse tre divise. Gli shoulder yoke puntuti e le strisce diagonali sulle maniche si sposano tra loro alla perfezione; il wordmark diagonale, tributo alla divisa della primissima stagione, si integra molto bene con il layout appena descritto; la alternate è semplicemente stupenda: originale, ma non eccessivamente, e piuttosto lineare, considerando il periodo in cui è nata. Inoltre, secondariamente, è stata la prima divisa da hockey che mi sono comprato…
Mia proposta: recuperare assolutamente quel set, poco da dire. Se non fosse possibile, vista la limitatezza dei template messi a disposizione dalla Reebok, si dovrebbe provare a fare qualcosa di somigliante: ad esempio, lasciando gli shoulder yoke arrotondati, ma usando comunque strisce diagonali sulle maniche. Quantomeno, abbandonare il Vegas gold per il recupero del giallo originale. Il font attuale, però, può essere conservato, anche se forse quello dei numeri è un po’ troppo largo.

ST.LOUIS BLUES (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: interessante. Ha tantissime potenzialità, ma ha anche qualche elemento fuori posto che ne riduce sensibilmente la qualità. Se ci fate caso, è praticamente lo stesso template usato dai Predators, con qualche variante. I colori vanno più che bene (soprattutto se la squadra si chiama “Blues”), anche se magari il giallo avrebbe potuto avere maggior risalto. Il logo è molto bello e mi è sempre piaciuto. Peccato anche qui, come nel caso dei Predators, per quella “campana” che stona tantissimo (decidete voi se il gioco di parole “campana”-“stonare” è voluto o meno). Inoltre qui mancano anche le strisce sulla pancia, cosa che impoverisce la divisa. La alternate invece è perfetta: lineare e ben realizzata.
Storia: nel complesso le uniformi dei Blues sono sempre state molto belle da vedere, al di là di quelle di metà anni ’90 contagiate dall’estrema creatività del periodo. Fino ad allora sono stati fatti sempre piccoli aggiustamenti che hanno modificato la divisa di quel tanto che bastava (se si eccettua la discutibile introduzione della scritta BLUES gigantesca per qualche anno). Eppure la divisa dei ’90 aveva del potenziale: le strisce diagonali in sè non sono un male (vedi Ducks), così come era intelligente l’uso delle cinque strisce sottili a richiamare un pentagramma musicale. Il problema erano i numeri diagonalmente scalati (inguardabili!) e l’uso eccessivo del rosso. Sarebbe bastato, ad esempio, rendere il fondo della divisa giallo per ottenere un effetto già migliore. Il layout adottato nel 1998 è molto moderno e bello da vedere; peccato per il tono di blu un po’ troppo scuro (dovrebbe essere il “midnight blue”), che sembra quasi nero. La pazzia dei ’90 avrebbe potuto fare più danni, se il buon senso dell’allenatore Mike Keenan non avesse seccamente bocciato l’uso delle alternate proposte nel 1995. Sarebbe stata a mani basse la divisa più brutta di sempre; giudicate voi che obbrobrio pacchiano: @
Miglior divisa: e qui salta fuori di nuovo il mio cuore ottantiano. La miglior divisa dei Blues per me è quella del periodo 1989-92: classica, semplice, con una bella tonalità di blu, il giusto risalto al complemento giallo e i nomi a un colore anziché tre. Subito dietro, però, il layout 1998-2007, che potrebbe fare la sua bella figura ancora oggi.
Mia proposta: se invece si vuole tenere fondamentalmente il layout più moderno, allora basterebbe qualche piccolo aggiustamento per riavvicinarsi a quello del periodo sopra citato. In primis, cosa più urgente, la rimozione della campana. Poi, lo schiarimento (quanto basta) della tonalità scura di blu e l’aggiunta di strisce sulla pancia/coda, magari con lo stesso motivo di quelle sui polsi. Non sarebbe male poi se la bordatura che separa le due strisce fosse lievemente più spessa.

SAN JOSE SHARKS (divisa attuale: @ storia: @)
Look attuale: gli Sharks hanno modificato lievemente le loro divise giusto un paio di settimane fa. In pratica hanno fatto coincidere il layout del set standard con quello già in uso sulla alternate, comprensivo di numero sul petto (cosa che non mi è mai piaciuta). Così facendo, la divisa è stata sì semplificata, ma anche impoverita: la soluzione corretta sarebbe stato un giusto mezzo tra la versione attuale e quella precedente. La combinazione di colori è spettacolare, con turchese, bianco, nero e una punta di arancio, colore prima troppo prominente. Gli Sharks sono stati i primi a introdurre il turchese nella palette di colori NHL, nel 1991.
Storia: gli Sharks non hanno avuto molti layout: fondamentalmente se ne distinguono tre. Quello degli inizi era fantastico, e il grigio si integrava sorprendentemente bene con il turchese e il bianco. Quello del periodo 1998-2007 invece non mi è mai piaciuto: troppo “pesante” sulle spalle e spoglio sulla pancia, per di più rovinato da un’eccessiva presenza di grigio sulla divisa scura e da un font pessimo e illeggibile. Di quello attuale abbiamo già parlato: la versione precedente aveva troppo arancio sulla divisa chiara e forse troppi elementi; l’ultima versione ne ha troppo pochi.
Miglior divisa: quella delle origini vince e stravince, non c’è storia. Davvero ottima.
Mia proposta: al di là del recupero delle divise originarie, mantenendo magari l’idea di una alternate nera con inserti turchesi e grigi, basterebbe solo qualche piccola modifica al set attuale. Come ho già accennato nel primo paragrafo, la soluzione migliore sarebbe stata nel mezzo: togliere sì l’arancio e gli shoulder yoke neri, ma lasciare le strisce sulla pancia ed evitare il numero sul petto. Per completezza, poi, sarebbe il massimo riportare le stesse modifiche sulla alternate nera, che avrebbe quindi uno striscione turchese sulla pancia con due contorni bianchi, ma che potrebbe mantenere (proprio perché “alternate”) gli stemmi sulle spalle diversi dal set standard e il numero sul petto.

Con la squadra per cui tifano i Metallica si chiude quindi la penultima parte della rassegna. Mancano ormai solo cinque squadre, tra cui quella per cui tifo (Vancouver) e quella che supporto in seconda battuta (Winnipeg). Al termine, poi, sarà doverosa la presentazione della nuova stagione, almeno per spiegare il nuovo assetto della Lega, in quanto a raggruppamenti delle squadre e criteri di qualificazione ai playoff. Prima di chiudere del tutto, però, faccio una piccola postilla, per cominciare a trattare anche i cambiamenti operati dai Wild e dai Sabres e menzionati nell’articolo precedente.

Postilla #1: Minnesota Wild, nuova divisa chiara (@)
Fantastica, bellissima; si può dire che sia stato amore a prima vista! E’ semplicemente perfetta per la squadra. Rappresenta un primo passo verso l’uniformità del set. La precedente divisa bianca era rimasta praticamente invariata dalle origini e onestamente non c’entrava più niente con il resto del campionario. Quella che vedrà il ghiaccio nella prossima stagione invece ha tutti gli elementi al posto giusto: il motivo delle strisce è uguale a quello della stupenda alternate; il font è lo stesso delle altre due, sia per i numeri sia per i nomi; lo stemma usato è il logo principale; il colore prominente, al di là del bianco, è il verde, come doveva essere, ma anche il rosso ha il suo giusto spazio. Forse avrei preferito lo shoulder yoke arrotondato invece che squadrato (come invece sembra essere l’ultima tendenza: vedi Dallas Stars), ma qua si tratta di essere eccessivamente puntigliosi. Insomma, credo che più di così non si potesse chiedere. O forse sì: il ritiro della divisa rossa. Questo sì che sarebbe stato il massimo.

E dopo le lodi sperticate alla nuova divisa dei Wild, chiudo definitivamente. Ich habe fertig. (cit.)

Un pensiero riguardo “Questione di stile (parte 5)

  1. FLYERS: meglio la arancio; il logo della bianca è perso nel deserto, anche se è molto carino
    COYOTES: Ok la nera; non so scegliere il logo…
    PENGUINS : Molto bella la bianca: la migliore del gruppo. Bell’insieme di colori, E la blu cosa c’entra?
    BLUES : Carina la blu; anche il logo è meglio
    SHARKS : Carina la bianca, cattiva la nera; bel tono di azzurro

    Scrittura personale e sempre varia, mai noiosa nè ripetitiva. Good.!

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